Le Mostre.

Repubblica e Costituzione, Mostra d’arte per i 60 anni della Costituzione Archivio Centrale dello Stato.

Esattamente sessant’anni fa, l’Italia immersa nell’effervescenza del secondo dopoguerra rinnova la sua storia. Tra macerie di anime, di case e di linguaggi un’incredibile forza muove la società e la nazione. Ed è proprio nell’inverno di sessant’anni fa, il primo gennaio del 1948, che entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana.

Renderci partecipi di quel periodo, annusare la storia e la vita di quel secondo dopoguerra, significa intenderne il dinamismo. Non a caso tra le opere scelte per raffigurare quell’anno e rappresentare il senso intimo della Costituzione della Repubblica, nel suo sessantesimo anniversario, i curatori della mostra “Repubblica e Costituzione 1948 2008” (che apre il 28 ottobre 2008 presso l’Archivio Centrale dello Stato), hanno scelto – tra le altre opere – un particolare disegno di Pietro De Laurentiis. Si tratta di un carboncino datato 1948 e intitolato I mietitori.

Il disegno, schizzato probabilmente nell’estate di quell’anno, rende uno dei momenti centrali della vita umana che ispirò i Costituenti: il lavoro. Recita l’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”

Ma è il senso ritmico de I mietitori che colpisce. La sequenza di “figure” ossificate e ridotte all’elemento schematico del cappello, i singoli elementi serializzati e immobilizzati nel fermo-immagine, ci autorizza a una lettura dinamica di quest’opera. Un dinamismo che è rappresentazione del tempo (quarta dimensione) ancora una volta attraverso la ricerca sulle superficie (la bidimensionalità della trama grafica), vero leitmotiv dell’opera di Pietro De Laurentiis.

Che le strutture plastiche di Pietro De Laurentiis, con la loro contrapposizione dei volumi e la moltiplicazione delle parti diano vita a un ritmo dinamico è un dato storicizzato. Se ne accorge Giulio Carlo Argan che, già nel 1959, parla di “sillabazione plastica ch’è già scansione ritmica.” Lo sottolineava Michel Seuphor, per cui “[Pietro De Laurentiis] compose des figures sommaires avec un sens très particulier des volumes qu’il superpose rythmiquement, non sans humor.” Lo ribadisce Valentino Martinelli che accenna a “un ritmo dinamico, una dilatazione nello spazio.” Non ultimo Luigi Paolo Finizio (last but not least), nota che Pietro De Laurentiis riesce “comunque a contenere l’indefinitezza delle forme, il ritmo delle scansioni in una struttura dalle articolazioni assolute, dalle movenze meditate.”

Ciononostante, ci sembra che vada ancora indagato come egli allarghi le dimensioni della forma plastica, della grafica oltre lo spazio, al senso del tempo. I mietitori sembrano dimostrarlo con una certa forza. Un senso del tempo, aggiungiamo, che è anche storico, come sembra sottolineare proprio la scelta dei curatori della mostra dedicata appunto a sessanta anni della nostra Storia, della nostra Costituzione.

Gli artisti in Archivio per i 60 anni della Costituzione

Giovanni Arcangeli,Andrea Baffoni, Franco Bonetti, Brunivo Buttarelli, Giuseppe Calonaci, Massimo Campi, Patrizia Ciuffo, Daniele Contavalli, Angelo Cucciarelli, Georges De Canino, Pietro De Laurentiis, Luciana Fortini, Salvo Maria Fortuna, Antonio Bernardo Fraddosio, Fausto Maria Franchi, Enrico Lombardelli, Bertina Lopes, Giuseppe Mannino, Bruno Marcelloni, Luigi Marchione, Graziano Marini, Max Marra, Massimo Maselli, Vincenzo Maugeri, Tiziana Morganti, Paolo Pasticci, Ambrogio Pozzi, Umberto Raponi, Marcello Scuffi, Pietro Sforza Cesarini, Pierantonio Verga


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