L’impegno civile.

Pietro De Laurentiis si è impegnato per salvaguardare le aree verdi, le opere d’arte, i beni monumentali ed i beni paesaggistici in pericolo.

“…L’artista, oltre a rispondere del proprio lavoro ha obbligo, come tutti i cittadini, di lottare e migliorare la qualità della vita comunitaria. La sua partecipazione dovrebbe essere presente nella quotidianità del tessuto urbano, per migliorarne l’abitabilità in generale e per opporsi allo scempio dell’ambiente, del paesaggio e delle opere d’arte esistenti.
Queste battaglie per il miglioramento del vivere, della conservazione dell’ambiente, alle quali ho dato il mio contributo in questi anni mi fanno sentire più coinvolto nella comunità dei cittadini ed inserito nella vita collettiva, quindi scultore e più artista…

Pietro De Laurentiis

La Vicenda di Villa Blanc (liberamente tratto da Lunario Romano, 1984)

E’ il 21 Dicembre 1972. davanti al notaio Panini Rosati, la Società Generale Immobiliare trasferisce Villa Blanc alla Repubblica Federale di Germania al prezzo di 15.500.000 Marchi tedeschi (oltre 3 miliardi di lire).

Ma ad inceppare la sequenza è un artista, Pietro De Laurentiis, che ha il suo studio in un casolare all’interno del parco. Fino a quel momento De Laurentiis aveva diviso la sua vita tra l’insegnamento, la scultura e la famiglia. Coinvolto in una vicenda apparentemente più grande di lui – ed infatti come inquilino dovrebbe sgomberare, assieme agli altri affittuari degli edifici minori della villa, perché il complesso libero da ogni affittanza possa entrare nella disponibilità della Repubblica Federale di Germania – s’apre per spontanea generosità e per puro impulso di artista alla battaglia per la salvezza della villa. (Franco Onorati, 1984)

Grazie alla sua opera di indagine, scopre l’atto di compravendita nel quale risultano alcuni punti contro la legge: il più evidente dei quali era quello rappresentato dalla volontà delle parti di far togliere il vincolo urbanistico che esisteva e che esiste tutt’ora. Oltre al vincolo citato nell’atto non era stato citato dai contraenti il vincolo di grande interesse paesaggistico, conservato nelle scartoffie dell’allora ministero della Pubblica istruzione. Pietro cercando le tracce di un altro vincolo, quello artistico, abolito nel 1954, si imbatte invece nel Vincolo Paesaggistico. Con questa scoperta, citando le parole di Pietro De Laurentiis… “riuscimmo ad isolare l’azione della Sovrintendenza che tendeva alla demolizione: tutto questo grazie alla tenacia e alla forza dei tre organi che contemporaneamente si sono battuti assieme per uno scopo comune. Questi organi sono “Italia Nostra”, “la Circoscrizione” ed il “Comitato di quartiere”.

Il 19 Maggio 1976, sulla spinta del lavoro di Pietro De Laurentiis e dei comitati di cittadini, il Ministero dei beni Culturali decide di porre sulla Villa il Vincolo Monumentale, annullato nel 1954. La Società Generale Immobiliare, ricorre al TAR. Con sentenza del giugno 1983 il TAR rigetta il ricorso della SOGENE: il vincolo resta!

Le Mura Aureliane

Pietro De Laurentiis si occupa anche della salvaguardia delle Mura Aureliane. Il 1 Novembre 1976 il Corriere della Sera pubblica un interessante studio relativo alle poderose mura difensive che raccoglievano e delimitavano lo spazio urbano dell’antica Roma. Pietro si preoccupa dello stato di degrado e di privazione della fruizione del bene da parte della cittadinanza. Infatti sulle mura e sulle aree confinanti si accendono le mire di speculazioni edilizie che vanno ad intaccare il patrimonio storico, artistico e culturale dell’opera.

Pietro De Laurentiis condusse una accurata ricognizione lungo tutto il perimetro sullo stato delle mura e dei pomeri. Alcuni tratti di questa imponente opera risultarono per sempre preclusi alla cittadinanza (come ad esempio alcune aree diventate di proprietà di ambasciate), altri tratti, come ad esempio alcuni pomeri risultarono utilizzati come garage, negozi.

Villa Torlonia

Dopo anni di lotte e manifestazioni dei comitati di quartiere nel 1977 il Comune espropria la Villa.

Il parco e gli edifici sono, come accade a tanti altri parchi e ville storiche, in evidente stato di degrado ed abbandono.

In un articolo del Corriere della Sera del 18 Giugno 1977, De Laurentiis denuncia però la “tortuosa vicenda dell’esproprio e la cattiva gestione della cosa pubblica e del denaro che proviene dai cittadini.”

Villa Mirafiori

Pietro De Laurentiis partecipa fattivamente alle manifestazioni cittadine per rendere pubblico il parco di Villa Mirafiori. Il 31 Agosto 1976 il Corriere della Sera pubblica un interessante articolo nel quale l’artista sintetizza le volontà dei cittadini.

Quando l’Università di Roma acquisisce Villa Mirafiori, un delizioso parco sulla via Nomentana, il Comitato di Quartiere Nomentano-Italia, Italia Nostra, assieme alla circoscrizione ed altre istituzioni si opposero tenacemente a questa operazione, considerando l’azione dell’Università indebita e vessatoria in quanto sottraeva un’area destinata a verde pubblico.

Nelle proposte dei comitati dei cittadini si proponeva di avviare:

  • La proibizione dello spartizione del parco e degli edifici, mantenendone l’integrità attuale;
  • l’esproprio del Parco da parte del Comune di Roma.

Villa Carpegna, Il Pineto, Villa Borghese

Anche per altre ville romane ed in particolare per Villa Carpegna, Il Pineto nel quartiere Aurelio, Villa Borghese, La via Appia Antica, lo scultore si impegna nel seguire e sostenere le lotte dei comitati di quartiere attraverso l’impegno di Italia Nostra e di altre associazioni.